Claudio Mauri

  La catena invisibile

   Il giallo del fascismo magico

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LA VICENDA: Nel 1926 Mussolini subì due strani attentati, il primo ad opera della nobildonna irlandese Violet Gibson e il secondo per mano del quindicenne bolognese Anteo Zamboni: due anelli di una catena invisibile manovrata da un singolare personaggio, il Presidente, alla quale sono legati i servizi segreti inglesi, la Società teosofica e il più illustre mago e occultista dell’epoca, Aleister Crowley .

“La catena invisibile” è un romanzo storico che narra la storia “sotterranea” di questi eventi e quella di un terzo attentato rimasto sino ad oggi sconosciuto. Su quest’ultimo l’autore ha raccolto una testimonianza verbale tanti anni fa, ma, al momento, mancano ancora prove decisive per verificarne l’autenticità. (Mauri spera di raccoglierle, grazie anche alla pubblicazione del romanzo).

Il libro è basato in buona parte su documenti autentici. Dopo una lunga ricerca sul mondo sotterraneo delle società esoteriche del tempo ("Gruppo di Ur", "Società teosofica" ecc.), l’autore , sulla base di una serie sconcertante di indizi, ritiene che esista un legame tra l’attentato  a Mussolini di Violet Gibson e quello di Anteo Zamboni e, probabilmente, anche con quello dell’attentato sconosciuto narrato nel romanzo. Nel libro vi è un'altra sorprendente rivelazione: le ultime frasi scritte da Anteo Zamboni potrebbero contenere la chiave per identificare mandanti e movente dell’attentato. L’autore, nei capitoli finali del romanzo, propone la soluzione di un rebus che è sfuggito all’attenzione degli storici.

 

Una fotografia dell’attentato del 1926, giunta misteriosamente dall’America Latina al Partito Fascista nel 1932, è stata pesantemente ritoccata: una nuvoletta che esce dalla pistola di Violet Gibson copre il volto di una persona presente sul luogo dell’attentato: si tratta del “Presidente”? In quale misura è coinvolto il Duca Giovanni Antonio Colonna di Cesarò, componente del “Gruppo di Ur” ed esponente di primo piano dell’opposizione antifascista? Emergono gli scritti inquietanti apparsi sulle riviste “Ur” e “Krur” di “Arvo” (pseudonimo con cui, alternativamente, si firmavano Julius Evola e Colonna di Cesarò), che parlano di stati ipnotici, di fascinazioni, di riti magici, di controllo ed assoggettamento della volontà altrui, di forze invisibili nascoste dietro le quinte della storia che influenzano persone ed avvenimenti. Che ruolo hanno avuto le organizzazioni teosofico-occultistiche che avevano sede all’estero? La polizia segreta fascista indagò in questa direzione e l’autore prende in considerazione alcuni aspetti significativi di queste indagini.

 

La fotografia dell’attentato. Scrive l’autore nella parte finale del libro: “Dopo la testimonianza di “Marco”, ho cercato a lungo inutilmente le fotografie dell’attentato di Violet Gibson del 1926. Quando ormai avevo perso ogni speranza, finalmente uno di questi importanti documenti è venuto alla luce: all’inizio degli anni ’80, Renzo De Felice e Luigi Goglia hanno trovato nel fondo della Mostra della Rivoluzione fascista una copia “ritoccata” della fotografia, poi pubblicata nel libro Mussolini, e il mito, Laterza, Bari, 1983. Per il momento, mancano ancora all’appello il negativo che permetterebbe di riprodurre il volto che si cela dietro al ritocco e, soprattutto, la fotografia che riprende a distanza più ravvicinata il volto del “Presidente”. Spero un giorno di ritrovare questo materiale, fornendo così un altro importante tassello per completare il quadro di questa vicenda. De Felice e Goglia, naturalmente, non conoscevano il “giallo” nascosto dietro a questa immagine. I due studiosi non sono riusciti a ricostruire in che modo la fotografia sia arrivata alla Mostra, anche se un timbro lascia supporre che sia stata spedita da Buenos Aires da una persona ignota che nel 1926 era presente sul luogo dell’attentato. Anche in questo caso, il misterioso ritocco nasconde qualcuno”.

La fotografia è riprodotta nelle prime pagine de "La catena invisibile".